...Guarda in su, guarda in giù, dai un bacio a chi vuoi tu...!

 

Libro composto di pensieri sparsi a caso come fosse un taccuino, senza titolo e numero di pagina perché si adattano a tutti e a diverse situazioni, con l’immagine “I Contro” che rappresenta l’Essenza dell’Essere (il fondo blu) e i due volti (la lotta fra le due parti in cui si è frantumati e che bisogna unire): bianco, la maschera che la vita ci crea; blu, l’interiorità (lo spirito) che non vuole più essere rinchiuso e preme forte per uscire; in copertina la fotografia di una nuvola che rappresenta un grande Angelo nel suo volo.

 

 http://www.spazioautori.it/biblio/scheda.asp?OpereID=160668


I colori e le parole di quel tuo primo libricino del maggio 2007 hanno dato vita al nuovo lavoro di oggi. Ricordo che da subito, sfogliando quelle pagine, mi era difficile capire se veniva prima la commozione delle parole o la dolcezza dell’immagine. Me lo sono chiesto tante volte e non sono mai riuscito a rispondere.

In realtà l’armonia della composizione rendeva impossibile distinguere le due parti. Perché proprio “quelle” parole erano adatte a “quella” immagine e solo “quella” immagine dava realtà a “quelle” parole.

Proprio come nella vita: solo “quella” situazione di dolore, proprio “quella lì” e nessun’altra ci conduce faticosamente ad una serenità nuova e inaspettata.

Anna è stata coraggiosa: l’uragano non ce l’ha fatta a travolgerla, e a lei naufraga, la Stella Polare ha indicato la strada e le ha fatto compagnia di notte in notte. Fino a nuovi traguardi, importanti e forti, che non sono solo suoi. Portano la firma dei suoi cari e della Sua…Stella Polare che brilla dall’altra parte del cielo e la guarda con tenero orgoglio.

Brava Anna.

 Silvano Cabella

Si tratta di una poesia dai versi brevi, ricca di simboli e metafore, tra dolore, nostalgia ed ottimismo: “Sono la tua Luce”, “Come una tela di ragno mi circonda la solitudine”, “Sono un naufrago in mezzo al mare”, “Io sono il passato, il presente, il futuro”, Sono l’ombra dei tuoi passi”.

Non so perché durante la lettura di questi componimenti mi sovvengo della frase di Voltaire nel suo lungo racconto filosofico “Candide o l’ottimismo”: “Il faut cultiver notre jardin”. Ed è questo che mi sembra Anna voglia fare esprimendo le sue sensazioni ed emozioni tramite immagini cromatiche ed ontologiche che hanno la capacità catartica di farle superare le paure e i pregiudizi sociali per riacquistare il suo decoro e la orza di tornare a vivere in un giardino di fiori e di illusioni.

Se ogni poesia nasce dal dolore così come voleva Leopardi, queste liriche di Anna Gatto sono in effetti l’espressione del superamento di quel dolore, sia esso in forma di solitudine o di tristezza. Cosicché una nuova strada luminosa si è aperta per lei nel cammino della vita: ora lei potrà raggiungere l’ultimo orizzonte dove l’azzurro del mare bacia il firmamento. Dice bene Silvano Cabella nella Premessa: “Anna è stata coraggiosa: l’uragano non ce l’ha fatta a travolgerla, e a lei naufraga, la Stella Polare ha indicato la strada e le ha fatto compagnia di notte in notte”.

Il suo nuovo traguardo è appunto quello dell’Amore per l’arte e la poesia, l’amore per la famiglia (alla quale è dedicato il libro), l’amore per l’umanità intera: “cerca, cerca,/ l’ho trovato/ questo fiore/ profumato./ Sotto foglie/ e tra le erbacce/ nascondeva / le sue tracce./ Ha il colore/ del rubino / e rallegra/ il mio giardino./ Curo molto /questo fiore/ perché lui…/ si chiama/ Amore.” Ecco in realtà la tematica de “Il faut cultiver notre jardin” che invade e pervade tutte queste poesie nelle quali la pittrice e poetessa piemontese ricerca la sua vera identità negli affetti che lei non ha mai tradito.

Ora Anna Gatto non è più una naufraga in mezzo al mare in tempesta, perché sa dove deve andare, conosce la sua vocazione e svolge la sua missione artistica e poetica con amore e passione.

 

Orazio Tanelli -  Docente Universitario, Verona, New Jersey, USA


 

Frammenti

 

Questo libro racchiude due parti: pittura che propone il colore su diverse superfici per esprimere la sua diversa interpretazione a seconda del supporto, scrittura che include poesie e racconti che vogliono rappresentare la mia personalità nei vari passaggi di un viaggio alla ricerca appunto di una identità perduta; vari Frammenti di un’unica Essenza, racchiusa all’interno di due copertine (frontale: l’Acqua; ultima: Mercurio-la Forza) che ne determinano la completezza finale.

 

http://ilmiolibro.kataweb.it/schedalibro.asp?id=1020407

 

Benvenuti nel viaggio di Anna, un viaggio che comincia con uno squarcio nel ritmo dei giorni, nel dolore, nell’oscurità, nel silenzio.

Conduce verso un blu rinfrescante e un rosso che riscalda, verso un bianco che è luce, riverbero di sole sulle onde, bagliore che filtra da uno spiraglio in una stanza buia e guida i passi.

I dodici dipinti, alternati a due brani di prosa e ad alcuni componimenti in versi, raccolti nel presente libro, sono le tappe di questo cammino.

Attraverso i due poli di un’espressività visionaria ed estatica, una pittura che sbriciola la rappresentazione in trame di colore e una scrittura che ricompone l’immagine in metafore in cui si entra all’istante, l’artista racconta l’esperienza del difficile superamento di un lutto che diventa occasione per una riflessione su di sé, per toccare in profondità il cuore dell’esistenza e acquisirne piena consapevolezza.

Ecco allora che la vicenda privata diventa discorso universale sui passaggi della vita, sulla morte e la nascita.

 

Tanto nei racconti quanto nei versi, la scrittura di Anna è semplice e diretta nel lessico e nella sintassi.

Con parole quotidiane, familiari, di presa immediata sul lettore, i suoi componimenti poetici hanno il sapore di stornelli popolari e le prose possiedono l’incanto delle fiabe.

Pur non rispondendo a una precisa scansione metrica, i brevi versicoli, con facili rime alternate, racchiudono la musicalità delle filastrocche, sono orecchiabili e coinvolgono il lettore con esclamazioni e personificazioni di termini comuni scritti con l’iniziale maiuscola.

 

“…E’ Acqua/di sorgente/che sgorga/lentamente/…e nutre /la Natura/per darle/Vita pura/…finisce/dentro il Mare/per poi/ricominciare.”

 

E Anna diventa acqua nella prosa poetica “Perdono”, narrazione di una metamorfosi che avviene imparando l’arte del “perdonare”, il verbo che cancella ogni tensione, che significa accogliere con serenità tutto ciò che è stato, che è, che sarà.

E sarà acqua anche nella favola “La Tigre Bianca”, storia di una fuga dalla cattività per tornare a correre libera.

Come l’acqua, appunto.

 

Nella metafora del ciclo dell’acqua, pertanto, si integrano tutti i temi presenti nella poetica dell’autrice, la tensione verso una dimensione metafisica e spirituale, l’amore come forza ancestrale generatrice della vita, la pace come equilibrio, raggiungimento del “sé”.

E questo è il “sé” di junghiana memoria, luogo ove tutti i contrasti, i  conflitti che compongono la personalità del soggetto sono sintonizzati in un’armonia in cui i contenuti dell’inconscio e le pressioni del mondo esterno sono integrati nella coscienza così da arrivare all’espressione pacificata, più vera di se stessi.

 

 Elena Carrea

 

 

Nata a Novi Ligure, ha frequentato il liceo Artistico “ Barabino” e la Facoltà di Architettura a Genova.

Dalla prima età ha imparato a disegnare e a scrivere creando un connubio di pittura e poesia.

Le sue poesie, intercalate da racconti molto emozionali, contengono la storia di un’anima, la storia di una donna diversa, la storia di Anna.

Ci siamo soffermati sul racconto La tigre bianca che è  sintomatico del suo carattere indipendente e creativo: “Fui tigre bianca un giorno, una piccola tigre bianca. Ogni volta che scendevo al fiume per bere ed incontravo altre tigri mi sentivo diversa e me ne stavo in disparte. Loro lanciavano ruggiti verso di me che mi intimorivano alquanto. Il mio ruggito era flebile e i miei occhi guardavano in basso mentre loro mi passavano a fianco con fare presuntuoso…”

Il suo amore per la pittura l’ha resa famosa anche all’estero.

Per me Anna è un’anima selvaggia ma di nobili sentimenti.

Le sue poesie sono dettate dal cuore e si rivolgono all’amore della natura, l’esaltazione della propria identità, la ricerca della libertà in un  mondo che va in frantumi.

 

Anthony Cece and Orazio Tanelli


Musica è...

 

 

Vibrazioni Emozionali prodotte dall’abbinamento di colori,

 

parole e forme danno origine a Note Musicali che si

 

muovono armonicamente…

 

ricordano infantili Cantilene e

 

 

ancestrali Sensazioni latenti nella profondità del Cuore.

 

 

 

LA POESIA DI ANNA GATTO

 

Dopo un lungo silenzio, ci è giunto gradito il nuovo libro di poesie di Anna Gatto: Musica è… Sensazione che crea… Emozioni  (30 settembre 2014), preparato in proprio. E’ dedicato a “Tutti coloro / che riescono / ad ascoltare / la Musica / che emana / il Cuore”.

Il connubio di musica e poesia è tanto antico quanto quello di pittura e poesie. Nel suo percorso esistenziale, la nostra poetessa si prefigge di seguire (metaforicamente) un suonatore di violino che era anche un cantante: “La sua limpida Voce / accompagnava le Note / e l’ipnotico Sguardo, / fiammeggiava di Luce”. E’ un sogno che racconta un viaggio onirico che si svolge tra dune e onde marine, producendo un incantevole canto di vita e di amore. Nelle pagine quasi vuote, le note musicali si frappongono alle varie emozioni amorose, non avulse dal suono di un Carillon ipnotico dentro il quale “il fantasma del Poeta / scriveva con le dita”.

In quest’ottica di incantesimo misterioso, tutto si riduce ad una grande metafora nella quale “la musica si eleva / in omaggio al Poeta / che diviene il mio Profeta”. E’ un percorso esistenziale che conduce alla ricerca delle proprie radici, la propria identità dispersa fra le avversità quotidiane, la perdita dei ricordi causata da “un uomo col mantello nero” che con un’arma trafisse il cuore della poetessa: in realtà, era l’amore che fece nascere un fiore nel giardino di Mnemosine dove dai “miei piedi / nascevano radici”.

In questo stato d’animo che faceva uscire “lingue di fuoco dalle labbra” avviene la metamorfosi onirica nella quale la donna è trasformata “nel più bell’albero / di un grande viale”: Qui l’uomo tornò per chiedere scusa, ma “nulla al mondo / può riportarti indietro”: Si ripete così il mito di Dafne ed Apollo e quello di Orfeo ed Euridice.

Solo la musica e la poesia riportano la poetessa sul sentiero luminoso della vita dove ritrova il profumo dei fiori, la bellezza della natura, la strada che conduce alla felicità nella solitudine del tempo e dello spazio, nel ricordo del padre, nel valore autentico dell’amore e della vita, nel fervore infantile delle nenie materne presso la culla dell’esistenza.

Ma cos’è la vita alla luce della metamorfosi mitologica? “Preziosa Essenza, / al di fuori si espande, / nell’universo che è il Nulla / esplode la Vita. / Per te che sei oltre, / la mia Gioia Infinita”: Poesia intimistica è questa di Anna Gatto che ci fa meditare sui valori essenziali della parusia e dell’escatoligia ultraterrena.

 

ORAZIO TANELLI

Docente Universitario  

Direttore del Ponte Italo-Americano

Perdono - Libro d'Artista

Racconto

Collana "Oltre il Tramonto"

 

31 Agosto 2012

Michèle - Libro d'Artista

Racconto

Collana "Oltre il Tramonto"

 

4 Settembre 2019

Ester - Libro d'Artista

Racconto

Collana "Oltre il Tramonto"

 

26 Ottobre 2019

 

 

Giò - Libro d'Artista

Racconto

Collana "Oltre il Tramonto"

 

6 Gennaio 2020


Solo Tu, col Tuo Colore, puoi dipingere il mio Cuore.

Libro d'Artista a due mani,in collaborazione con Claudio Bellanti

14 Settembre 2020

Scrivo per dipingere! Dipingo per scrivere!

30 Poesie inedite 

 

18 maggio 2021

VIVRO' IN TE -Libro d'Artista

 

Poesie

 

18 Dicembre 2022 

 

Miriam - Libro d'Artista

Racconto

Collana "Oltre il Tramonto"

 

4 Settembre 2024

RECENSIONE “MIRIAM”

 

Miriam è una ragazza di una sensibilità straordinaria e vive un’avventura emozionale che è un viaggio d’esperienza alla ricerca di se stessa, all’interno di una storia che ha tutte le sfumature e gli aspetti fantasiosi di una bella favola di cui è protagonista, nel libro di Anna Gatto. In particolare, con i suoi elementi creativi, i simboli e i significati metaforici, il testo si presenta come la traduzione in parole di un’opera pittorica, fatta di immagini, personaggi e situazioni che affiorano all’esterno dalla particolare visione interiore dell’autrice, come modellati, quindi, dalla maestria di un modo di dipingere espressionista. C’è, infatti, un senso di indefinito soggettivo nello sviluppo di tutto il racconto che esprime il gusto per l’incanto e l’inatteso da interpretare, nonché il piacere di raccontare l’esperienza che suscita meraviglia grazie a quanto il destino può fare per chiunque vi si affidi, con fiducia, credendo nella possibilità dei miracoli, provenienti da una Forza superiore, l’Amore Universale, che trascende l’esistenza dei comuni mortali, portando pace nei cuori afflitti, oltre la loro sofferenza e donando stupore a chi, come nel caso di Miriam, non ha rinunciato a vivere da innocente, con la trasparenza dei suoi sentimenti e riflessioni. La protagonista, infatti, è una ragazza semplice, spontanea nel suo modo di essere e fluida nei suoi ragionamenti. Ama l’Arte e l’Archeologia ed è un’archeologa. Ha perso da bambina i suoi genitori e il fratello che le vengono portati via durante una notte tempestosa. Scompaiono, misteriosamente, in mare mentre vi si avventurano con una barca da pesca per festeggiare un compleanno e Miriam cresce, allora, senza di loro, in compagnia della nonna Lisa, con il supporto e le attenzioni di altri parenti e amici, portandosi dentro, però, il mesto ricordo della famiglia felice che ha perduto. Si reca spesso, fino a quando non si allontana da casa, per un anno, allo scopo di svolgere il suo lavoro, presso la spiaggia dove soleva andare con i suoi cari familiari. Per lei, questo è motivo di commemorazione nel tentativo di sentir rivivere, almeno nella memoria, tutto l’amore che nutriva nei loro confronti… ed è proprio l’amore che, se da un lato, è motivo di sofferenza per la perdita avuta, dall’altro, la salva dallo sconforto profondo perché, in fondo, lei crede in se stessa e, quindi, si ama e vuole realizzarsi, seguendo i suoi interessi e passioni. Una persona così sa anche cogliere con gratitudine i piccoli doni che la vita, giorno per giorno, offre. Ed è, allora, ad esempio, fonte di piacere riconoscente, per la protagonista, al suo ritorno a casa - dopo essere stata occupata in un’impegnativa ricerca che riguardava il popolo degli Atzechi - quello di potersi recare presso il ristorante dell’amica Cate che desidera prepararle, con semplicità, tutte le prelibatezze, compresa la torta alle fragole, che a Miriam, con semplicità, piacciono tanto. Inoltre… la giovane archeologa non smette di sognare e meravigliarsi come faceva da bambina ed è, evidentemente, una sorpresa la situazione in cui si ritrova a conoscere Ermes, un giovane che le si presenta come uno “sventurato”. Il ragazzo, a causa di un temporale, che ha rovinato la sua dimora, è costretto a soggiornare, per qualche tempo, in spiaggia, sistemato in una tenda da campeggio, proprio nel luogo dove la giovane si reca a ripensare ai suoi familiari. Riceve da quest’ultimo, in occasione del loro incontro, anche un invito ad andare a visitare la sua abitazione che è, come la prima chiamata, verso un destino che, inizialmente, non si compie perché Miriam, evidentemente, non è ancora pronta ad accoglierlo nella pienezza dei sentimenti del cuore. Dapprima, la ragazza deve completare la ricerca di se stessa, nella profondità della sua anima. Lo si comprende nel proseguo della storia allorché intraprende un viaggio fisico, ancora una volta, lontano dai luoghi in cui è cresciuta e per motivi di lavoro. Sollecitata da un collaboratore che le offre un lavoro, prende un treno che la porta a destinazione in un capolinea in cui, per un attimo, si sente perduta. Ferma e in attesa, sulla piattaforma del binario della stazione d’arrivo, vede scendere e disperdersi tante persone, lungo una miriade di direzioni. Ciascuna di esse ha, evidentemente, la sua strada da percorrere. E’ indecisa sul da farsi… fino al momento in cui, il destino non le viene incontro, proponendole una certezza. Da un treno giunto di seguito, scende, di nuovo, molta gente, ma, c’è qualcosa di diverso. In tutta quella confusione, Miriam ha un’intuizione profonda e nell’aspetto, nella musica di un violinista misterioso, con le spalle coperte da un manto nero che lo distingue da tutti gli altri passeggeri, scorge un segno inequivocabile della strada che deve intraprendere. Da questo momento in poi, il suo viaggio fisico coincide, con evidenza, con un viaggio spirituale alla ricerca di se stessa e verso il meraviglioso regalo che il destino è pronto a offrirle al suo termine… La ragazza, infatti, incantata dalla melodia del violino, prende a seguire colui che lo suona e d’un tratto si scorge anche in compagnia di altre nove persone, tutte estasiate dalle medesime note che, però, lungo il percorso, non sembrano determinate come lei a concluderlo. E’ l’incanto dell’armonia musicale che empie di spiritualità il viaggio di Miriam perché ciò la distacca dal suo sé locale che la limiterebbe, immergendola, con affanno e timore, in una difficoltosa e complicata realtà circostante in cui si sentirebbe senza speranza, per le prove che è chiamata a superare lungo il suo cammino alla ricerca della profondità del suo essere. Le note melodiche dello strumento musicale, invece, la portano a vibrare a un livello superiore di pensieri e sentimenti. E, allora, si ritrova a procedere, senza troppa difficoltà e paura, dietro il violinista, per valli e percorsi impervi, pianeggianti e collinari, a incontrare tanta gente indigena, indaffarata nel suo lavoro, ad attraversare un fiume con tre anse. Si rende conto che ciascuna ansa costituisce una prova da superare e ci riesce, sempre, pur essendo difficoltose, tenendo dietro e affidandosi completamente alla magica musica del suonatore di violino. E… infine, quando, ormai, superata l’ultima ansa del fiume pensa di essere giunta a destinazione, ecco che, con sorpresa, si ritrova ad affrontare il tratto più insidioso di tutto il suo percorso che la porta ad ascendere verso la cima di una montagna. Immersa nella nebbia che circonda la vetta - che si scopre, poi, essere il volume bianco e vaporoso delle nuvole oltre cui si spinge - passo dopo passo, affiora in lei la consapevolezza, sempre più netta, del viaggio spirituale che sta compiendo. La ricerca di se stessa ha termine nel momento in cui incontra una splendida ballerina che si muove e danza su un incantato lago di ghiaccio… Dopo aver compreso la reale identità di colei che balla e raggiunto un determinato livello di coscienza, si ritrova, nella magia della favola che sta vivendo, a casa. Ha ancora da fare un ultimo e rinnovato incontro, con Ermes che ha conosciuto in precedenza. Ciò prelude alla meravigliosa sorpresa che un miracoloso destino le riserva…

 

 

 

di Maurizio Coscia